giovedì 31 marzo 2011

Plumcake mediterraneo

Con il cambio dell'orario ancora non sono riuscita a trovare il mio giusto equilibrio. Ovviamente questo riguarda i ritmi sonno-veglia e anche i tempi della fame.
Non ho fame negli orari giusti. Mi viene fame troppo presto. Per "tappare" il buco allo stomaco mangiotto qualcosa e così all'ora di pranzo non ho fame ancora. La stessa situazione si ripete anche nel pomeriggio.
L'altra sera ho iniziato ad avere un po' di fame alle 20 passate da un pezzo.
Ora...Capisco che per mezza Italia cenare alle 20, o addirittura prima!, sia quantomeno insolito, ma...
Beh.
Mi son preparata a cucinare, ma avevo voglia di cose sfiziose, più che di sostanza. Ho fatto un plumcake salato che secondo me fa la sua miglior scena come antipasto, in una bella tavolata fra amici, all'aria aperta, in quella particolare atmosfera da "Grigliata di Pasquetta", fatta di un pranzo abbondante ma rustico, alla mano...
Ehm...Dicevo...
Valutando cosa fare, non sono neanche stata a preoccuparmi per i tempi di cottura e tre quarti d'ora di forno -e di attesa- mi son sembrati un tempo tutto sommato ragionevole. Anche il mio stomaco non ha protestato alla prospettiva di dover aspettare, e così ho iniziato a cucinare il mio...


Plumcake mediterraneo


Ingredienti
250 grammi di farina
100 grammi di latte
150 grammi di tonno sott'olio
40 grammi di olio (o anche meno, secondo quanto sgoccioleremo il tonno)
3 uova
6 filetti d'acciuga
20 olive nere denocciolate
origano
una bustina di lievito per preparazioni salate

Il procedimento è molto semplice: in una terrina rompiamo le uova. Le sbattiamo un po' ed aggiungiamo il latte. Continuando a mescolare (io uso sempre le fruste, per non creare grumi) uniamo la farina e, a seguire, tutti gli altri ingredienti. Per ultimo mettiamo il lievito.
Accendiamo il forno a 170 gradi e, mentre si scalda, imburriamo ed infariniamo uno stampo da plumcake. Se preferite potete usare gli stampi piccoli, da monoporzione: son carinissimi!
La cottura sarà in entrambi i casi uguale: 40-45 minuti.
Facciamo la classica prova-cottura con lo stecchino, prima di toglier il plumcake dal forno.
Attendiamo che sia tiepido, prima di sformarlo, e intanto... godiamocene il profumo!




Con questa ricetta partecipo al contest dedicato ai plumcakes
organizzato da Natalia nel blog "Fusilli al tegamino"


martedì 29 marzo 2011

Cupola ai pistacchi

Ci si avvicina oramai alla bella stagione. Che poi per "bella stagione" si intende la primavera e non l'estate...o forse la primavera inoltrata?
Bah... Argomento troppo vasto, quello dei modi di dire! Meglio non avventurarsi!

In ogni caso, col bel tempo arriva la voglia di sole-mare-spiagge-tintarella e -dramma dei drammi- la fatidica prova-bikini, da dover affrontare stoicamente, salendo più nude possibili sulla bilancia.
Rigorosamente mandando in avanscoperta il dito mignolo del piede destro, a sondare il terreno.
Lo facciamo avanzare, facendolo strisciare sulla bilancia.

Poi prendiamo coraggio. La punta del piede. Sì, ma un dito per volta.
Fino alla punta del piede possiamo anche dosare la pressione che facciamo, ed immancabilmente la bilancia passa dai 2 etti ai 5 chili per trenta secondi.
Poi sì: è indispensabile chiudere gli occhi. O in alternativa coprirli con la mano. Perchè non si può resistere!
No, prima o poi ci dobbiamo salire! Su, rompiamo gli indugi, una volta per tutte!
Ok. Ci convinciamo.
Sì. Lo possiamo fare.
Lo dobbiamo fare.
Stoiche!
Forti!
...Invincibili!

Sì. Ma chiudiamo gli occhi. O li copriamo! E' più forte di noi!
E li teniamo chiusi fino a che arriva il coraggio di aprirli...e guardare verso il basso per controllare se....
Se....
Sè! Sta bbilancia è ssempre rrotta!

Nun se po' campà accussì!

Questo è il dramma che si può vivere ogni mattina quando si ha l'ansia da prova-bikini.
...Vi dispiace tanto se la evito?!?
Oltretutto chi ce lo viene a dire che dobbiamo necessariamente torturarci così?!?

Va beh. Ognuno ha le sue ragioni e convinzioni.
Io aspetterò che passi la Pasqua, e poi deciderò cosa fare, sempre evitando accuratamente di pesarmi, però!!!
Anche perchè in fondo a Pasqua si mangerà a volontà, no?
Ecco. Se devo dimagrire, lo faccio poi in un colpo solo!
Bene.
Ora che vi ho resi partecipi del mio modo pratico di viver l'esistenza, posso anche parlarvi dello splendido e squisito dolce che ho la tentazione di mettere di nuovo sulla mia tavola nel giorno di Pasqua! Guardate come è raffinato, sulla tovaglia chiara di lino coi ricami in ecrù!

Datemi retta, almeno per questa volta! Fate una pausa dalla dieta, e godetevi la mia....


Cupola ai pistacchi


Ingredienti
250 ml di latte
200 ml di panna da montare zuccherata
50 grammi di farina
70 grammi di zucchero
3 uova + 1 tuorlo
70 grammi di granella di pistacchi
50 grammi di mandorle spellate
100 grammi di cioccolato bianco

Come prima cosa dobbiamo fare la base del nostro dolce.
Tritiamo molto grossolanamente le mandorle, poi prendiamo il cioccolato bianco. Lo spezzettiamo e lo mettiamo sul fuoco in un pentolino per farlo sciogliere. Quando è sciolto, aggiungiamo le mandorle e mescoliamo bene.
Prendiamo ora un foglio di carta da forno. Disegnamo su di esso con la matita un tondo (il mio era di circa 13 cm di diametro e come base ho usato una ciotolina capovolta) e appoggiamo la carta forno su un piatto piano, con il disegno rivolto verso il basso. Il tondo sarà visibile in trasparenza, sul lato pulito della carta da forno! Con un cucchiaio andiamo a stender il cioccolato con le mandorle su tutta la superficie del tondo disegnato, creando così un disco che dev'esser spesso circa 3-5 mm.
Fatto questo, mettiamo il piatto nel frigorifero e scordiamocene per un po': ora prepariamo la nostra crema ai pistacchi.
In una casseruola versiamo il latte e lo facciamo scaldare. Aggiungiamo lo zucchero e mescoliamo con la frusta fino a farlo sciogliere completamente. Poi uniamo la farina, le uova, il tuorlo e 50 grammi di granella di pistacchi. Mescoliamo a fuoco basso fino ad ottenere una crema morbida ed omogenea. Spegnamo il fuoco e lasciamo raffreddare.
Adesso, con le fruste elettriche, montiamo la panna a neve fermissima, poi la uniamo alla crema di pistacchi, stando attenti a inglobarla mescolando dall'alto verso il basso per non far smontar la panna.
Ora non ci resta che compore il nostro dolce! Prendiamo una scodella che abbia le stesse dimensioni del nostro disco di cioccolato bianco. La foderiamo internamente con della pellicola trasparente, poi la riempiamo fino all'orlo con la crema ai pistacchi.
Prendiamo il tondo di cioccolato dal frigorifero e lo appoggiamo sulla nostra ciotola a mò di coperchio. Stando bene attenti, capovolgiamo la ciotola mantenendo fermo il disco di cioccolato. Appoggiamo il tutto su un piatto (lasciando ancora la ciotola) e rimettiamo in frigorifero.
Lasciamo riposare una notte intera nel reparto più freddo del frigorifero e, poco prima di servire il dolce, lo sformiamo staccando la pellicola dalla ciotola.
Togliamo -ovviamente- la pellicola trasparente dal nostro dolce, che ora è pronto per essere decorato con la granella di pistacchi avanzata e...per essere gustato a cucchiaiate!


Con questa ricetta partecipo al raffinatissimo contest "Mise en place"
organizzato da Ambra del blog "Il Gatto Ghiotto"



...Ed anche al contest della Cucina di Tatina,
dedicato ai pistacchi



E ritenendo questo dolce uno straordinario modo di chiudere in bellezza un pranzo importante,
partecipo anche alla raccolta "Metti la Pasqua in tavola",
organizzato dal blog "Diario della mia cucina"



sabato 26 marzo 2011

Coppette di cioccolato con crema agrumata alle spezie

Ci sono quei giorni in cui viene voglia di cose golose.
Qualche giorno fa è stato uno di quei giorni.
Ho guardato sul mobile in soggiorno la ciotola contenente ancora dei cioccolatini, meta dei momenti in cui cedo alla gola. Fra poco è Pasqua e dovrò rimpiazzare quei cioccolatini con dei simpatici ovetti -di cioccolato, s'intende!- rivestiti di carte argentate dalle tonalità pastello.
Non potrò certo mangiarmi tutti quei cioccolatini così, tanto per poterli rimpiazzare!
...E così ho deciso di usarli in altra maniera, per cedere a tentazioni ben peggiori che mangiare un innocuo cioccolatino!!!

Beh, dopo tante ricettine salate, è anche giunto il momento di dare una svolta, no?
Ecco a voi le mie...

Coppette di cioccolato con crema agrumata alle spezie


Ingredienti
60 grammi di cioccolato al latte ai cereali
90 grammi di miele
3 uova + 1 tuorlo
200 ml di latte
40 grammi di farina

la buccia grattugiata di mezza arancia
due cucchiaini di spezie miste (cannella, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano)

Innanzitutto facciamo sciogliere il cioccolato a bagnomaria. Lo utilizzeremo per creare le nostre ciotoline, versandolo in stampi da muffins (io ho usato uno stampo in silicone da 9 muffins della Pedrini) e pennellando anche le pareti verticali dello stampo. Mettiamo in frigorifero per far solidificare e ripetiamo l'operazione andando a rinforzare soprattutto le parti verticali delle ciotoline. Mettiamo di nuovo in frigo e nel frattempo prepariamo la crema alle spezie.
Mettiamo in una casseruola il miele ed il latte e mescoliamo finchè il miele sarà ben sciolto. Accendiamo la fiamma a fuoco basso per facilitare l'operazione. Aggiungiamo le uova, le spezie, la buccia d'arancia grattugiata e la farina, per far addensare il tutto. Mescoliamo sempre con le fruste, in modo che non si formino grumi. Spegnamo il fuoco e lasciamo raffreddare.
Con del cioccolato avanzato possiamo "giocare" a creare delle decorazioni sulla carta da forno. Le faremo solidificare nel frigorifero.
A questo punto non ci resta che comporre le nostre coppette! Sformiamo le ciotoline dallo stampo in silicone. Mettiamo la crema nella sac-a-poche, con la bocchetta a stella, e riempiamo ogni coppetta.
Decoriamo poi con le figure di cioccolato che abbiamo disegnato prima e con un ciuffo di panna dolce semi-montata.


Con questa ricetta partecipo al contest "Io spezio e tu?"

organizzato da "La Scimmia Cruda"


...ed anche al contest "La fabbrica di cioccolato" organizzato da "Farina del mio sacco"


...ed ovviamente anche al contest "Zzzenzeriamo?"
di Federica del blog "Note di Cioccolato"


martedì 22 marzo 2011

Bruschette di formaggio speziato e Minestra di zanzarelli

Adoro il genere fantasy, benchè non legga solo quello! Ma una cosa è innegabile: tutto ciò che riguarda il medioevo mi suscita un innato e grande interesse. E così, conquistata dal contest "Cook the book" organizzato da Federica, ho iniziato a pensare ai miei libri preferiti.
...Ce ne fossero pochi!!!
E quale cibo potrei proporvi in abbinamento a uno di questi romanzi?
Potrei parlarvi del Pan di Via, il cibo elfico usato per i lunghi viaggi, ma Tolkien nel suo "Il Signore degli Anelli" ci dice soltanto che eran dei dolci sottili, fatti di farina infornata, croccanti fuori e cremosi all'interno. Un boccone di Pan di Via era sufficiente a saziare un elfo per un intero giorno di marcia. Ma una vera ricetta non c'è, se non quelle inventate da qualche creativo amante del genere. Su internet se ne trovano varie versioni, ma...no, non è questo quello di cui vi voglio parlare.
Potrei piuttosto parlarvi dell'idromele, il vino ottenuto dalla fermentazione del miele, venduto -e bevuto in quantità!- in ogni fumosa taverna esistente fra le pagine dei libri fantasy! Dell'idromele esiste una ricetta vera, perchè era usato nei tempi antichi. Tuttavia ci voglion ben più di due mesi per produrlo, ed anche se non escludo di cimentarmi anche con l'idromele un giorno o l'altro, è qualcosa di diverso a riportarmi alla mente brani e atmosfere.

Senza quasi accorgermene, si va a spezzare la linea sottile fra reale ed immaginario e mi ritrovo io stessa in quelle sale chiassose e dalle pareti di pietra, descritte nella lunghissima ed avvincente serie delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin, in cui le alleanze in un mondo diviso in piccoli regni, ducati, contee, cambiano dal giorno alla notte, sulla scia di intrighi e sanguinosi combattimenti. Ma a far da sottofondo al fragore delle spade che cozzano sulle armature dei guerrieri in lotta, sento le musiche nelle sale delle corti. Suoni di pifferi e cetre, accompagnati dal ritmo tintinnante dei tamburelli.
Lunghe tavole di legno, dove su grandi vassoi ci sono carni selvatiche illuminate dalle fiamme dell'enorme camino in fondo alla stanza. E ciotole di legno ricolme di cipolle lessate e cosparse d'agresto speziato. Le voci che si sommano l'una all'altra, le risa e le musiche...
Ed ecco che al tavolo mi servono delle nuove pietanze...


Caso sopra lo pane
(Bruschette di formaggio speziato)


Piglia del caso grasso, et che non sia troppo vecchio nè troppo salato,
et tagliarai in fettolini o bocchoni quadri, o como ti piace;
et habi de le padellette fatte a tale mistero;
en sol fondo metterai un pocho di butiro, overo di strutto fresco,
ponendole a scaldare sopra le brascie.
Fà brustolar al foco de le fette de lo pane,
tanto che da ogni lato s'incomincino a rostire;
et sopra a quelle ponerai altramente fecte di caso
un pocho più sottili che quelle de lo pane;
et sopra la padella mettirai lo suo coperchio fatto caldo
tanto che 'l ditto caso s'incominci a strugere, o a squagliare.
Et facto questo gli buttarai di sopra del zuccharo
con un poca di canella, et zenzevero.

Ingredienti
fette di pane
formaggio non stagionato (provola dolce, emmenthal...)
burro
cannella
zenzero
zucchero

Prendiamo il formaggio e tagliamolo a listarelle o a cubetti. Facciamo sciogliere in un pentolino del burro (o dello strutto fresco) e facciamo abbrustolire delle fette di pane da entrambi i lati. Sopra ad esse mettiamo il formaggio e copriamo con il coperchio, in modo che il formaggio si sciolga un poco. Ora mettiamo su ciascuna bruschetta dello zuchero, della cannella e dello zenzero.

Vi garantisco che sono un'insolita delizia! Adatti ad uno spuntino o come inconsueto antipasto!



Menestra de zanzarelli
(Minestra di zanzarelli)

Per fare dece menestre:
togli octo ova et meza libra de caso grattugiato,
et un pane grattato, et mescola ogni cosa insieme.
Dapoi togli una pignatta con brodo di carne
giallo di zafrano et ponila al focho;
et como comincia a bollire getta dentro quella materia,
et dagli una volta col cocchiaro.
Et como te pare che sia presa toglila dal focho,
et fà le menestre, et mitivi de le spetie di sopra.


Ingredienti
(riadatti a dosi più consone alle nostre tavole! Quindi... ricetta per due porzioni)
brodo di carne
formaggio grattugiato
uova
pangrattato
zafferano
noce moscata
cannella
chiodi di garofano
zenzero
pepe
sale

Innanzitutto mettiamo sul fuoco del brodo di carne. Mentre si scalda, lo aromatizziamo con dello zafferano, facendolo diventare giallo! Prendiamo due uova e le sbattiamo un poco in una ciotola. Aggiungiamo 4 cucchiai di formaggio grattugiato e due cucchiai di pangrattato. Mescoliamo il tutto e, quando il brodo comincia a bollire, versiamo il composto nella pentola. Mescoliamo subito energicamente, in modo che l'uovo e gli altri ingredienti si leghino, ma si dividano in tanti pezzetti. Versiamo nei piatti e "condiamo" con le altre spezie.



Con queste ricette dal sapore antico,
partecipo al bellissimo contest "Cook the book" organizzato da Federica


domenica 20 marzo 2011

Tegliette di merluzzo, patate e carciofini

Domenica di sole, questa.
Iniziano le giornate in cui l'aria è decisamente primaverile e in cui vien voglia di uscire a far passeggiate. Anche nei giorni in cui si avrebbe tempo per cucinare, stare in casa appare un delitto!
Ma chi ha voglia, con questo sole, di pranzi infiniti e ipercalorici?
L'inizio della primavera è fatto così! Si fa sentire in modo quasi prepotente, con la voglia di evadere che... ribolle nelle vene!
E così, con piacevolissimi piatti unici, leggeri e salvatempo, oltre a non perdere il gusto di cucinare, non si perde neanche quello di godere appieno delle belle giornate di pausa dal lavoro!
L'abbinamento sperimentato oggi mi è piaciuto particolarmente e so già che lo riproporrò in più versioni fino all'arrivo del prossimo autunno: ingredienti che a Casina non mancano mai e una preparazione così rapida che risulterebbe adattissima anche ai giorni infrasettimanali!
In più con le tegliette monoporzione, anche la presentazione è davvero carina!
Ecco a voi le mie...


Tegliette di merluzzo, patate e carciofini


Ingredienti (per 2 tegliette)
2 patate
3 filetti di merluzzo (già puliti, senza lische nè pelle)
7 carciofini sott'olio
150 grammi di provolone dolce
2 cucchiai di granella di anacardi non salati
olio d'oliva
sale

Tagliamo per prima cosa il merluzzo e il provolone a pezzettini; facciamo altrettanto con i carciofini, curandoci di non sgocciolarli troppo dall'olio in cui sono conservati.
Sbucciamo poi le patate e le tagliamo a fettine sottili (2 millimetri circa).
Accendiamo il forno a 170° ed impostiamo le tegliette: partiamo mettendo mezzo cucchiaino d'olio in una teglietta. Aiutandoci con una fettina di patata, lo distribuiamo su tutto il fondo della teglia. Lo ricopriamo con uno strato di patate, poi aggiungiamo del merluzzo, dei carciofini e del formaggio. Aggiungiamo della granella di anacardi e proseguiamo con un altro strato di patate, pesce, formaggio, anacardi e carciofini.
Facciamo lo stesso per l'altra teglietta ed inforniamo per circa un quarto d'ora, fino a che il formaggio si sarà ben sciolto.

Nota: Nella mia ricetta non ho usato sale, trovando che il pesce e i carciofini già avrebbero potuto compensare. Son soddisfatta della mia scelta, ma vi consiglio di valutar di volta in volta se salare oppure no il composto ad ogni strato!


Con questa ricetta partecipo al contest dedicato ai piatti unici,
organizzato da Ele del blog "Burro e miele"

sabato 19 marzo 2011

Dolce meringato agli agrumi

Pare sia tempo di sfide!
Quest'ultimo periodo mi sta offrendo tante occasioni per mettermi alla prova e imparare cose nuove. Mi piace! E' molto stimolante!
E così, ancora adrenalinica ed entusiasta per la "prova polenta" ormai superata, ho deciso di tornare sull'argomento "agrumi", già affrontato un paio di settimane fa con esiti negativi.
Del resto, m'ero ripromessa che questo sarebbe stato un dolce da dedicare a Papà, dato che al solo spiegargli cosa avevo in mente di fare, me l'ero trovato mezzo sciolto sul pavimento di Casina!
La Gola... Un peccato che qui in famiglia ha mietuto parecchie vittime!!!
Beh, diciamo che ci troveremo ancora tutti quanti allegramente nel girone dei golosi, quando sarà tempo! Nell'attesa, però, non ci facciamo certo mancare questi piccoli piaceri. In fondo la Vita bisogna viversela bene, no?!
Appunto!
Quindi ho rifatto questo dolce, riuscendo a trovare il giusto equilibrio fra i gusti e le consistenze e senza più litigare col mio forno per quel che riguarda la meringa!

In compenso ho litigato con la frusta elettrica, che ha deciso di rompersi sul più bello. Ma io ero dell'idea che nulla mi avrebbe potuto fermare e così, frusta a manovella alla mano, ho continuato a montare a neve gli albumi.
Diciamocelo: avrei preferito avere i robotici poteri di SuperVicki, ma il più era ormai fatto e i miei braccini han retto bene al lavoro inatteso!
La torta è venuta davvero bene ed oggi la soddisfazione è stata parecchia, sia per Papà che per me!
Ah...
Piccola premessa: se non avete la pazienza di aspettare, desistete dal cimentarvi!
Piccolo consiglio: se non siete pazienti, per una volta diventatelo!!! Vi garantisco che non ve ne pentirete! ^___*
Suggerimento organizzativo: se volete provare questo dolce, mettetevi al lavoro il giorno prima: la meringa chiede tempo!
Tutti pronti quindi per il mio...

Dolce meringato agli agrumi


Ingredienti
per la frolla:
250 grammi di farina
120 grammi di burro
70 grammi di zucchero
un uovo
una bustina di vanillina
la buccia grattugiata di mezzo limone
per la crema:
80 grammi di zucchero
60 grammi di burro
2 tuorli d'uovo
3 cucchiai di maizena
2 pompelmi rosa
il succo di un limone
per la meringa:
3 albumi
150 grammi di zucchero a velo
un pizzico di sale o qualche goccia di succo di limone

Innanzitutto dobbiamo preparare la frolla.
Mettiamo la farina a fontana sul piano del tavolo. Aggiungiamo al centro il burro ammorbidito, lo zucchero, l'uovo, la vanillina e la buccia del limone. Impastiamo rapidamente e formiamo una palla, che avvolgeremo nella pellicola trasparente e lasceremo riposare per una mezzoretta in frigorifero.
Trascorso questo tempo, stendiamo la frolla col mattarello ad uno spessore di circa mezzo centimetro. Accendiamo il forno a 190°, imburriamo la teglia (diametro 24, con bordo a cerniera) e la foderiamo con la pasta. Regoliamo i bordi e bucherelliamo il fondo con i rebbi di una forchetta. Stendiamo un foglio di allumino sul fondo della frolla e riempiamo con fagioli secchi.
Mettiamo in forno per una decina di minuti, poi togliamo i fagioli e l'alluminio e continuiamo la cottura per altri 10 minuti.
Mentre la frolla si cuoce, prepariamo la crema di farcitura.
Spremiamo i pompelmi e mettiamo il succo in una casseruola a freddo assieme al succo di limone e allo zucchero. Mescoliamo ben bene fino a che lo zucchero non si sarà sciolto, poi mettiamo sul fornello a fuoco basso ed iniziamo a cuocere. Aggiungiamo la maizena e facciamo addensare. Appena la crema sarà densa, spegnamo il fuoco e facciamo intiepidire. Aggiungiamo quindi i tuorli ed il burro, e mescoliamo bene.
A questo punto la torta sarà già fuori dal forno (l'abbiamo anche spento, vero?!) e si sarà intiepidita. Lasciamo raffreddare bene sia la torta che la crema e passiamo alla meringa, mentre anche il forno si raffredda. Consiglio di tenerlo aperto.
Montiamo a neve gli albumi usando la frusta elettrica (e pregando in tutte le lingue del mondo che non si rompa!...Questo ve lo consiglio calorosamente!) e, man mano che il composto s'addensa, aggiungiamo a pioggia lo zucchero a velo. Come al solito, per le meringhe, conviene usare uova a temperatura ambiente e aggiungere un pizzico di sale o delle gocce di limone per far sì che albumi e zucchero si uniscano bene senza che i primi si smontino!
Quando avremo ottenuto un composto sodo e lucido che, sollevando le fruste, crea una forma a becco, allora siamo pronti per procedere!
Versiamo la crema al pompelmo sulla frolla e livelliamo bene. A questo punto versiamo anche la meringa.
Attendiamo che il forno sia sceso di temperatura a 100°, quindi inforniamo nuovamente per un'ora e mezza, tenendo il forno a 100° appunto.
Ora, possiamo fare tutto quello che ci pare e ci piace. Dobbiamo solo ricordarci di spegnere il forno trascorsa l'ora e mezza. Poi lasciamo che si raffreddi in forno, da solo. In poche parole possiamo scordarci anche del dolce, fino a che sarà ora di servirlo!



Con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia "Gli agrumi"



...e per il mese di Aprile del Calendario 2011 di "Ammodomio"

venerdì 18 marzo 2011

Tortini di polenta ai funghi

Stefania l'aveva detto: "Se la farina di mais è sempre nella tua dispensa, è evidente che abiti al nord".
Che cosa le potevo dire?!?
Quasi mi vergogno a non aver mai fatto la polenta!
E, a dirla tutta, se la farina gialla è lì a disposizione sempre, è proprio perchè non la uso mai!!!
Gravissima cosa a cui sto cercando di porre rimedio anche grazie a voi, attraverso la mia raccolta "Mai dire Mais"!

Mi avete già inviato undici ricette salate e dodici ricette dolci, ma ne aspetto tante altre!!!
Non fatemi credere che questa farina si usi solo al nord! (e per dir ciò, non prendiamo in considerazione sparuti casi limite di altre Stefanie -questa volta sicule- che per puro patriottismo si dedicano in giorni poco casuali a cucinare piattate di polenta taragna! ^___^)


In ogni caso... Stefania (la prima) aveva ragione.

Non dico che mi ha punta nell'orgoglio, ma effettivamente c'era da colmare questa lacuna enorme. Anche per evitare brutte figure nel momento di cimentarmi con le vostre ricette!
Eh sì, perchè verrà anche il giorno del giudizio: quello in cui io prenderò in mano la farina, farò un gran respiro e mi metterò a riproporre alcune delle vostre ricette a base di mais!

Alla fine ho deciso di dare una svolta e tentare.


Sì...E già che c'ero, non mi sono mica limitata a fare la polenta e versarla nel piatto! No...Visto che non sapevo neppure da che parte partire, l'ho pure farcita! ...Temeraria!!!
Il mio complice principale è stato un pacchetto di funghi surgelati in un mix senza robe velenose; il secondo invece è stato il bel tempo, che finalmente è tornato a donarci una bellissima giornata dopo giorni di pioggia senza fine ed un tramonto spettacolare fatto di nuvoloni grigio-blu bordati di un rosa carico che lasciava ben sperare!
...E infatti! E' tornato il sole, è tornato il buonumore e pure la voglia di impegnarmi in cucina!

Beh...Ho provato e il risultato è stato approvato!

...Ed io son tanto orgogliosa di potervi presentare i miei...


Tortini di polenta ai funghi


Ingredienti
250 grammi di farina di mais
300 grammi di funghi (il mix di cui sopra)

un pezzetto di grana padano

un pezzetto di provolone dolce

una fettina di formaggio da fondere

un litro d'acqua

mezzo dado da cucina

olio d'oliva

alloro

maggiorana

sale


Partiamo facendo bollire l'acqua in una pentola. Mentre l'acqua si scalda, noi possiamo portarci avanti coi lavori!
Prendiamo degli stampini da budino e li imburriamo bene, poi li cospargiamo con della farina di mais. Prendiamo anche il formaggio e lo tagliamo a cubettini. Lo teniamo da parte per utilizzarlo poi.
Aggiungiamo ora nella pentola il sale e la farina, facendola cadere a pioggia e mescolando continuamente con la frusta per evitare che si formino grumi.
Bisogna aver pazienza e poca fretta....perchè dovremo rimestar il pentolone per 40 minuti!

Nel frattempo possiamo preparare i funghi. Li facciamo cuocere con due cucchiai d'olio e due bicchieri d'acqua. Aggiungiamo il dado, l'alloro, la maggiorana e lasciamo cuocere a fuoco basso. Se occorre aggiungiamo altra acqua.

Quando la polenta sarà pronta, spegnamo il fuoco e ne versiamo due cucchiai in ogni stampino, cercando di stenderla verso i bordi e ricavare una piccola cavità al centro.

Prendiamo un cucchiaio di funghi e li tritiamo con la mezzaluna.
Mettiamo un po' di trito in ogni stampo, aggiungiamo alcuni cubetti dei due formaggi e altri funghi fino a finire il trito. Poi copriamo con altra polenta fino al bordo degli stampini.
Lasciamo raffreddare qualche minuto ed intanto accendiamo il forno a 170°.

Sformiamo i tortini di polenta in piccole pirofile ed accompagnamo con i funghi lasciati interi.
Sulla sommità di ogni tortino appoggiamo qualche cubetto di formaggio e dei pezzi di formaggio da fondere.

Inforniamo e aspettiamo semplicemente che il formaggio si sciolga bene e si indori in superficie!


mercoledì 16 marzo 2011

Bon-bon agli amaretti

"Mamma, perchè piove?"
Se oggi un mio ipotetico figlio mi facesse questa domanda, credo che gli risponderei con la voce atona di una macchinetta "Attendere prego...Attendere prego..."
E' da quattro giorni che piove. Ininterrottamente.
Non ne posso più! Questo tempo mi manda in tilt i neuroni!
Ecco...e poi lo voglio sapere io, perchè piove!!!
Tempastro che non fa venire voglia di fare nulla. Anzi: tempastro che a me -che sto scoprendo di soffrire di questa strana metereopatia culinaria- toglie l'appetito ma fa venir voglia di rifugiarmi...in cucina! A cucinare, però! Cucinare cose sfiziose, non certo piatti sani, bilanciati e nutrienti!
Tempastro da coccole, tanto per intenderci! Forno acceso, tazza di infuso profumato e fumante, biscottini, dolcetti...

(Mamma, io te l'ho mai chiesto perchè piove?!?
Posso chiedertelo ora? Ma non con curiosità: con disperazione!
No? Non posso?
Lo sospettavo!)
...Mamma è sempre stata una donna saggia!
Ma forse un po' di saggezza da lei l'ho ereditata: piuttosto che farle domande simili, quando ero piccolina alla domenica mattina le chiedevo i libri di cucina, da sfogliare fra un cartone animato e l'altro.
I ricettari della PaneAngeli erano la sua risorsa principale quando c'era da fare una torta (...e ditini e boccuccia della BabyCanterina che ero, erano la risorsa principale per pulire le terrine! Poi lei ci aggiungeva acqua e detersivo, eh!), ma io impazzivo per quei ricettari con le copertine che sembravano tovaglie da pic-nic e che avevano una spirale di metallo bianco come rilegatura. E poi avevano quelle figure di due joker in alto a sinistra... Me li mettevo sul divano e li sfogliavo senza leggerli, solo per il gusto di guardare le fotografie ed i colori delle copertine, di contare quanti avevano la copertina a quadretti verdi e quanti azzurri, o rosa, o arancioni...
Mamma aveva una serie di quei libercoli che mi sembrava infinita. Ce l'ha tutt'ora, ovviamente!, e anche se non ho contato quanti volumi siano, gliene ho chiesto qualcuno in prestito.
E ho riguardato i joker, che in realtà non sono joker ma due cuochi armati di forchetta sul logo della collana "I jolly della buona cucina" edita dalla Fratelli Fabbri Editori.
Sfogliandoli oggi vien quasi da non credere che quelle foto tanto allettanti oggi siano davvero... orrende! (Si può dire?) Come sono cambiate le cose, mannaggia! Che evoluzioni!!!
Per fortuna le ricette son però più belline delle fotografie, che comunque non erano molte su quei libri! Ed io, oggi, non mi limito a guardare le immagini, ma leggo anche i testi! (...Che evoluzioni!!!)
Beh...
Fuori piove ed io ho poca fame e tanta voglia di cose sfiziose e poco sane. Cosine coccolose. Con una tazza di infuso profumato di frutta.
Ho preso uno di quei ricettari con la rilegatura a spirale e ho dato vita ai


Bon-bon agli amaretti



Ingredienti (per circa 25 bon-bon)
56 amaretti
80 grammi di burro
due tazzine di caffè
un cucchiaio di cacao, più un altro po'
un cucchiaio di zucchero

In una ciotolina lavoriamo il burro con una forchetta fino a renderlo morbido e spumoso. Aggiungiamo quindi lo zucchero ed un cucchiaio di cacao. Sbricioliamo 6 amaretti con le dita, per ottenere una sorta di granella che andiamo ad aggiungere alla crema di burro.
Farciamo ora i restanti biscotti. Spalmiamo un po' di crema di burro sulla parte piatta di un amaretto e copriamo con un altro biscottino. Creiamo delle specie di BaciDiDama fatti di amaretti!
A questo punto entra in scena il caffè! Prendiamo il nostro bon-bon farcito e lo intingiamo velocissimamente nel caffè, in modo che si bagni senza inzupparsi. Ultimo tocco: una bella rotolata nel cacao in polvere e l'ultimo tuffo della sua vita in un pirottino!
Anzi no! L'ultimo tuffo sarà nella vostra bocca! ...Per non farvi pensare che piove ancora!



Con questa ricetta partecipo al contest "I golosi anni 80"
organizzato da Tiziana, la Pecorella di Marzapane della blogosfera!



...ed anche al golosissimo contest "La fabbrica di cioccolato"
di Crysania del blog Farina del mio sacco.


Ne approfitto anche per ringraziare
gli ormai 200 miei Vicini di Casa
(che condominio grandeeee!!! Evviva!!!! ^___^)


ed anche Alessia del blog "Timo e Maggiorana" per avermi premiato

Un abbraccione grande a tutti!!!

lunedì 14 marzo 2011

La Nostra Torta (di mele)

Tu corri sempre.
Lo so: è solo l'abitudine ad importi di fare così e di adeguarti a dei ritmi di un contesto che forse sta stretto a molti.

La città è fatta così: costringe a correre, purtroppo.
E così prendersi il tempo di gustarsi la Vita, di respirarla, di lasciarla entrare fin nelle ossa sembra quasi un vizio, uno sfizio... Ed a volte ci si scorda di rallentare anche quando si potrebbe farlo davvero.
Tu la ricordi, la Vita Vera? Quella fatta di lentezza e di giornate in cui il tempo era scandito dal sole, quella dell'aria pulita e dei respiri a pieni polmoni, quella delle corse nei prati, delle altalene e dei capelli al vento, quella dei profumi naturali del sapone sui panni appena lavati e delle pentole sul fuoco con le verdure stufate?
L'hai mai vissuta? O t'è dovuta scivolare addosso anche quella?
Ho voglia di Viverla, questa Vita! E di Gustarla, Assaporarla... lentamente.

"Ti va una torta?"
"Sì"
"Che dolce facciamo?"
"Il tiramisù"
Il dolce preferito, quello mangiato più spesso. Velocemente, ma spesso. Io invece voglio tempi lenti e impasti soffici, attese e calore. "Uhmmmm....E una torta-torta? Lievitata... O una crostata, anche..."
Vedo che cerchi ricordi nella mente. Colgo lo sforzo. Poi trovi una risposta indecisa. "La torta di mele!"
"Si può. Ti piace?"
"L'ho mangiata tanto tempo fa. Era buona."
Sorrido. "Si può fare in tantissimi modi diversi...." E chissà se il mio ti piace. Ma intanto ti trovi appoggiate sul tavolo davanti a te 4 mele ed un coltello. Poi arrivano due ciotole ed una spiegazione: "Questa è per le bucce e gli scarti, e questa è per le mele: van tagliate a spicchi. Ed ogni spicchio va ridotto in spicchiettini fini fini"
Non dici nulla. Forse valuti, ma io son già indaffarata a raccoglier gli altri ingredienti e pesarli, e non ribatti. Prendi la prima mela, il coltello, e inizi a lavorare, con me.
Ogni tanto mi guardi, lo so, ma hai la concentrazione su quello che fai.
Poi mi dici "Queste non sono come le mele del supermercato: hanno un odore diverso"
Annuisco "Sì, son più profumate! Son mele renette e al supermercato non è neppure così facile trovarle. Queste arrivano da un orto! Buone, vero?"
"...Sì." E le tue mani ritornano a tagliare... E tu, finalmente, inizi a respirare la Mia Aria, quella Vita Vera che io Amo e di cui non ho mai saputo fare a meno.
...E così la torta di mele perde il suo nome e la sua forma, si sveste della sua immagine più comune e diventa qualcosa di speciale e unico.
Nasce così La Nostra Torta, con i suoi ritmi e i suoi profumi, con i nostri ruoli stabiliti e il silenzio e la lentezza di un rituale.
Ed ora, le volte in cui mi trovo a tagliar io le mele a spicchi, mi sento a disagio, come se stessi consapevolmente scarabocchiando coi pastelli a cera sui fogli preziosi di un testo antico.
Sì. Quella non è più una semplice torta di mele: senza le tue mani a tagliar i frutti, non ha più, neanche per me, lo stesso sapore di Vita.


La Nostra Torta



Ingredienti:
230 grammi di zucchero
200 grammi di farina
150 grammi di burro
100 grammi di latte
4 mele renette di medie dimensioni
3 uova
mezza bustina di lievito vanigliato

Mentre tu tagli le mele, io metto a scaldare 60 grammi di burro per farlo fondere. Poi peso la farina e la metto in una terrina. Aggiungo 150 grammi di zucchero ed il lievito. Mescolo bene, ed aggiungo due uova ed il latte.
Infine unisco al composto anche il burro.
Nel frattempo tu hai già finito di tagliare le mele. Ne aggiungo due terzi al composto, mentre le rimanenti le userò più tardi.
"Accendi il forno, per favore? A 150°. Grazie!"
Imburro ed infarino la tortiera con il bordo a cerniera. Quella da 28 cm di diametro. E verso il composto.
Ora uso le fettine di mela avanzate e, partendo dai pezzi più piccoli, li dispongo al centro a formare il centro di una grossa rosa, in cui ogni fetta di mela è un petalo. Forse è una camelia. Ma una rosa è più facile immaginarla. Quindi sì....è una rosa.
Inforno per 20 minuti, e mentre la torta inizia la cottura, io prendo un'altra ciotolina, più piccola, e la riempio con gli altri 90 grammi di burro fuso, lo zucchero rimasto (80 grammi) e l'ultimo uovo.
Passati i 20 minuti, sforno la torta e verso sulla sua superficie questa nuova cremina di burro dolce. Inforno ancora, questa volta per mezz'ora.
Quando la torta sarà cotta, la dovremo lasciar raffreddare, prima ditoglierla dallo stampo.
Un po' di attesa, ma ne vale la pena.


Con questa ricetta partecipo al contest di Sandra del blog "Il Cucchiaino di Milù"


mercoledì 9 marzo 2011

Risotto al merluzzo e carciofi

Ohhh, là!
Oggi son davvero contenta! No, oserei dire quasi felice!
Il motivo?
Non uno, ma due!
Beh...il primo è questo: finalmente qualcosa si muove per il Santa Lucia!
Mi vien da tirare un bel sospiro di sollievo!
Oggi ne han parlato al tg5 (guardate qui) e quando iniziano a muoversi i mass-media sulle problematiche della nostra società, si può iniziare davvero a sperare che le cose che non vanno come dovrebbero prendano un'altra piega.
E' triste dover ragionare in questi termini, ma a voler essere oggettivi, funziona proprio così: finchè una cosa non finisce sotto i riflettori, è come se non esistesse...o quasi.
Poi tutto cambia.
Tutto viene esaltato, amplificato, ingigantito....
Beh. Nel caso del Santa Lucia, finalmente sono arrivati i riflettori a puntare l'attenzione su qualcosa di grave e inquietante.
Bene. Bene.
Caris...Posso venire a festeggiare a casa tua? Ti mando un virtual-abbraccio! Qui a Casina, si tifa per voi e la vostra importante causa.
...E per chi ancora (ancora?!?) non sapesse di cosa sto parlando, vi invito a leggere le parole di Caris, nel suo blog.

L'altro motivo per cui mi sento felice è che finalmente ho cucinato qualcosa per bene!
No! Non nel senso che le altre volte cucinavo da svogliata o raffazzonando su cose a casaccio! Intendo dire che ho cucinato qualcosa di adatto alla raccolta organizzata da Sonia a favore di un'associazione che si occupa di chi soffre di endometriosi! Le "Ricette Per Bene" sono proprio quelle adatte alle donne che hanno questo disturbo ...e non aver ancora cucinato qualcosa con cui poter dare anche io il mio piccolissimo contributo, stava proprio iniziando ad infastidirmi.
Eccoci qua.
Un risottino (il riso è un "alimento sì") con il merluzzo (perfetto anche il pesce!) e i carciofi (via libera pure alle verdure!). Meglio di così!!!
Ed inoltre, in questo mio risottino dal gusto tanto delicato, uso quel che spesso del carciofo vien malamente scartato: i gambi!
A dirla tutta, spesso i carciofi vengono venduti direttamente senza il gambo! Peccato, perchè è gustoso ed aromatico tanto quanto il resto!

Bene...Vi spiego come fare il

Risotto al merluzzo e carciofi



Ingredienti
riso (a Casina funziona la regola dei pugni: due per ogni commensale, più uno per la pentola!)
4 gambi di carciofo
3 filetti di merluzzo
scorza di mezzo limone grattugiata
sale
olio

Puliamo prima di tutto i gambi dei carciofi. Togliamo tutta la parte esterna dei gambi: useremo solamente i cuori, che sono la parte più tenera. Semplicemente li tagliamo a rondelle e li teniamo in disparte, pronti all'uso!
Occupiamoci ora del pesce: togliamo le lische e la pelle al merluzzo. Tagliamo a dadini e teniamo da parte pure questo!
Ed ora...Iniziamo!
Versiamo in una casseruola un cucchiaio d'olio. Aggiungiamo il riso e lo facciamo rosolare un poco.
Bagnamo con un paio di bicchieri d'acqua e mescoliamo fino a che l'acqua si sarà assorbita, quindi ne aggiungiamo dell'altra.
Uniamo i gambi dei carciofi e continuiamo la cottura, sempre aggiungendo acqua.
A metà cottura aggiungiamo anche il pesce e grattugiamo la scorza del limone nella pentola.
Ultimiamo la cottura aggiungendo sale, se occorre.
E poi...andiamo a tavola, che il risotto è buono quando è caldo!!!


Con questa ricetta partecipo al "Contest Per Bene", organizzato da Sonia


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